L’identità è la memoria che resta (XV settimana)

#teatropiccolo/memoria

La memoria del cuore è quella che sopravvive rinnovandosi oltre ogni accumulazione nozionistica, perché passa attraverso i canali percettivi e consente un’interazione emozionale con gli altri, attraverso la relazione, il contenitore centrale di ogni cambiamento.


L’identità è forse la memoria che resta: siamo la storia di noi che è accaduta, per come ce la raccontiamo.
Così ognuno si tiene la sua verità, il proprio immaginifico copione di una scena andata in onda sul palcoscenico della sua vita, la stessa scena che abbiamo condiviso con altre persone, ma che ciascuno di noi ha registrato a proprio modo.
Il ricordo non è democratico né assoluto, ma se quelle scene sono condivise allora resta la memoria di come ci siamo sentiti, di ciò che ci è stato trasmesso, come ci fa eco Maya Angelou:

Ho imparato che le persone dimenticano quello che hai detto o fatto, ma non dimenticheranno mai come le hai fatte sentire.

E «l’anima è la memoria che lasciamo», scrisse Ambrogio Bazzero in Storia di un’anima.
C’è uno spazio, nel Teatro della Concordia di Monte Castello di Vibio, in cui è custodita l’anima di una memoria storica lasciata in eredità, intrisa di attimi di vita di gente del posto, mentre si esibiva su quel palco di legno e mentre viveva giù da quel palco, per le vie del borgo, aspetti conviviali e anche privati.
Sono le raccolte fotografiche e documentative custodite nella sala espositiva sottostante la platea ed aggregate con passione certosina dal 1939 al 2005 da Nello Latini.
Nello Latini, versatile personalità montecastellese, un uomo che partecipava propositivamente alle attività ricreative del suo borgo ed aveva un ruolo di responsabilità all’ufficio postale locale, che dipingeva lo stesso borgo sui sassolini e scritte di responsabilità ecologica sui cestini del paese, fotografava, viaggiava verso l’Australia e ritornava, instancabile ad accogliere i primi visitatori del #teatropiccolo.
Ritrovò nel 1994 il fondale storico dipinto da Cesare Agretti e andato perduto durante la chiusura del Teatro nel 1951, e, per primo, pensò alla possibilità che l’interno di questa location da bomboniera potesse entrare tutta in un francobollo: quello che è poi diventato il quarto francobollo di un teatro in Italia, ed il solo che mostra palchetti e platea.

Parte dell’Archivio Storico Nello Latini

Ricevette dal proprio precursore Renato Ippoliti tutti i carteggi riguardanti il Teatro della Concordia dal 1888 al 1963, e li continuò ad arricchire lungo tutta la sua vita, per farne poi dono alla non profit che dal 1993 continua a gestirlo, e di cui anche io faccio orgogliosamente parte.
Se Nello ancora oggi fosse fra noi sarebbe in prima linea a ricordarci di votare il Teatro della Concordia fra i luoghi del cuore FAI, perché questo può consentirci di ottenere finanziamenti per restaurare i suoi affreschi.
Dopo venti anni dalla ristrutturazione si pone l’esigenza di combattere l’usura del tempo e mantenerli ancora apprezzabili come Cesare e Luigi Agretti li dipinsero.
Dobbiamo arrivare ad almeno 1000 voti. Aiutateci!

 

La mia identità è in divenire perenne.
Non ho un’identità da proteggere, ho un’identità da realizzare, un’identità che avanza, che cresce, che evolve.
La mia identità di oggi non è più quella di ieri.
Chi sono io?
Sono le mie idee che ho cambiato, le emozioni che ho avuto, belle o brutte, sono la mia volontà.
La mia identità è il comporsi di tutte queste cose, per cui sono braccia che si stendono, non sono radici immobili.
[Ermes Maria Ronchi]

Serena Brenci Pallotta

Serena Brenci Pallotta

Una laurea con lode in economia e gestione dei servizi turistici e la vocazione per la comunicazione a 360°: dal marketing territoriale e culturale alle dinamiche internazionali di corporate governance e marketing strategico, disaminate con una permanenza ed una tesi specialistica all'Università svedese di Kristianstad, fino agli approfondimenti in comunicazione digitale al Sole 24 Ore. Gestalt counselor certificata REICO e Storyteller per vocazione.

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