Per scrivere bisogna amare (XII settimana)

XII settimana
A partire da giovedì 20 marzo e fino al 21 agosto vi regalerò un frammento dell’identità del Teatro goldoniano più piccolo esistente.

Lasciatevi trascinare dalla vostra immaginazione e/o dall’emozione che avete provato visitandolo. Le sue storie sono le storie di tutti noi, reali o immaginarie: che cosa vi suscitano i due hashtag in elenco?

Raccontatecelo via twitter, facebook o G+ inserendo uno degli hashtag nel testo, corredatele con immagini e video, le raccoglieremo per voi in delle mini-storie e board su Storify e Pinterest! E chi fra i partecipanti più assidui ed emozionati ci coinvolgerà con la sua tweet-storia ispirata alle vicende del Teatro, settimana dopo settimana, si meriterà di riceverla trascritta ed inviata per lui/lei in una pergamena speciale di Amico del Teatro più Piccolo del Mondo.
Ne selezioneremo da una a tre al termine di questa avventura.

L’hashtag di questa settimana è #teatropiccolo/scrivere

Lasciarsi rapire da un’emozione ed avere l’urgenza di fermarla su carta, o su tastiera, nei moderni tempi del web 2.0.
Avere il bisogno di restare in contatto con quello spiraglio del proprio sé che sta lasciando uscire un messaggio, solo proprio, e fissarlo, riformularlo per raccontarcelo, perché la storia non è quella che accade, ma quella che ci narriamo per come la sentiamo.

“La gioia di scrivere. Il potere di perpetuare. La vendetta di una mano mortale.”

Ci fa eco così il Premio Nobel Wislawa Szymborska.
Così un’ombra diventa la proiezione di un castello fatato, un labirinto avventuroso con un premio al termine del percorso, un avanzamento nel bosco verso la radura e poi l’oasi che ci sarà al di là, se davvero la più grande soddisfazione è nel sudore speso affrontando la salita, e ce ne possiamo accorgere soltanto una volta che arriviamo ad osservare il panorama dalla vetta. John Fante ne “La confraternita dell’uva” sostiene:

«Per scrivere bisogna amare, e per amare bisogna capire»

Aprirsi alla comprensione del bello che c’è nei nostri occhi, e nella nostra anima, mentre guardiamo qualcosa che ci piace, come un sorriso che rimandiamo spontaneamente quando ci sorridono di cuore, senza schermi. Mettiamo in scena i nostri film più emozionanti prendendo la realtà come scenario della nostra dimensione interiore.
Chissà il Teatro bomboniera più piccolo e completo esistente nei suoi elementi stilistici minuziosamente aggregati quanto avrà giocato questo ruolo, emozionando ognuno per il vissuto carico di significati forti e contrapposti che si portava con sé visitandolo, scegliendo di sposarcisi o di interpretare un personaggio, in una commedia, in un role-playing, sotto gli occhi avidi di sconosciuti, amici, familiari o colleghi…

Alcuni lo hanno scritto qui

Recensione visita al Teatro della Concordia
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Emozioni dietro quella tenda!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Oltre alla recenzione digitale persiste ancora la pagina bianca e l’odore della carta che attende paziente la penna del visitatore avventuratosi nel turbinio emozionale del #teatropiccolo: il nostro Libro dei Visitatori, su cui hanno convogliato la propria “gioia di scrivere” anche Rita Levi Montalcini, Annamaria Testa Pica, Roberto Saviano, Folco Quilici…

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Serena Brenci Pallotta

Una laurea con lode in economia e gestione dei servizi turistici e la vocazione per la comunicazione a 360°: dal marketing territoriale e culturale alle dinamiche internazionali di corporate governance e marketing strategico, disaminate con una permanenza ed una tesi specialistica all'Università svedese di Kristianstad, fino agli approfondimenti in comunicazione digitale al Sole 24 Ore. Gestalt counselor certificata REICO e Storyteller per vocazione.

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