Quanto ti lasci plasmare dal tuo Pigmalione? (VI settimana)

VI settimana

A partire da giovedì 20 marzo e fino al 21 agosto vi regalerò un frammento dell’identità del Teatro goldoniano più piccolo esistente.
Lasciatevi trascinare dalla vostra immaginazione e/o dall’emozione che avete provato visitandolo. Le sue storie sono le storie di tutti noi, reali o immaginarie: che cosa vi suscitano i due hashtag in elenco?
Raccontatecelo via twitter, facebook o G+ inserendo uno degli hashtag nel testo, corredatele con immagini e video, le raccoglieremo per voi in delle mini-storie e board su Storify e Pinterest! E chi fra i partecipanti più assidui ed emozionati ci coinvolgerà con la sua tweet-storia ispirata alle vicende del Teatro, settimana dopo settimana, si meriterà di riceverla trascritta ed inviata per lui/lei in una pergamena speciale di Amico del Teatro più Piccolo del Mondo.

Ne selezioneremo da una a tre al termine di questa avventura. Gli hashtag della VI settimana sono:

#teatropiccolo/Ore
#teatropiccolo/Pigmalione

Il sipario si chiude su quella voce, le luci si accendono.
Alzo il capo verso l’alto e mi soffermo con lo sguardo sul plafone, ripenso a Luigi, si, il quattordicenne pittore Agretti, ha dipinto anche il soffitto del teatro più piccolo del mondo: mi appare nella sua tensione di apertura verso l’esterno come un manto steso su quel pezzo di cielo a camorcanna, una tovaglia che si staglia sul blu e riecheggia il tromp-l’oeil, già usato nel foyer, la tecnica dell’illusione ottica che lascia spazio alla fantasia.
Su di esso campeggiano le quattro mitologiche figlie delle Ore, legate all’orologio dipinto sopra il palcoscenico, fermo alle 8,30 serali – probabilmente l’orario in cui cominciavano le attività ottocentesche nel teatro…
le Ore sono dipinte in modo alternato rispetto alle Arpie, figure mitologiche metà donne e metà uccello, che qui paiono aver dismesso pacificamente la loro usuale ira funesta, raccogliendosi composte attorno ai tre putti che troneggiano al centro e che sostengono corone di alloro e lo stemma della Torre di Porta di Maggio, già ingresso della cinta muraria medievale di Monte Castello di Vibio e simbolo del paese.

Il plafone del Teatro della Concordia di Monte Castello di Vibio (PG)

Risate. Dal palco. Torno a guardare sotto di me.
In scena si prepara il Pigmalione di George Bernard Shaw, che il prossimo sabato 26 aprile la Compagnia Teatrale Al Castello interpreterà per la regia di Claudio Pesaresi.
Voglio capirci di più, cerco info, la rete ne dà di molteplici, mi rimanda allo scultore omonimo della mitologia greca che si innamorò talmente di Galatea, la statua che egli stesso aveva realizzato, da implorare Afrodite affinché la trasformasse in un essere umano per poi poterla sposare.
Un mito greco alquanto attuale: quanta manipolazione c’è nel tentativo di plasmare i nostri modelli comportamentali addosso a chi diciamo di amare, e sulla base dei quali monitoriamo la loro aderenza ai nostri parametri?
Detta più semplicemente: quanto ci impegniamo a cercare di cambiare le persone che amiamo, illudendoci così di trattenerle a noi?
L’Eliza di Henry Higgins, eccentrico professore di fonetica che scommette di educare alla buona pronuncia la piccola fioraia, che parla un cockney atroce, riuscirà nel suo intento facendola apparire una donna raffinata e colta, ma la tratterà sempre senza stima, e la ragazza, stanca di sentirsi una cavia, lo lascerà per sposare un stolto Freddy… ops, vi ho spoilerato il finale…
ma la domanda centrale resta: si finisce sempre per diventare ciò che si è?
*La psicanalista Melanie Klein, d’altro canto, aveva mostrato come il mondo interno degli individui dia forma alla loro percezione dell’oggetto, e come, attraverso l’identificazione proiettiva, l’oggetto sia costretto a sentire e a comportarsi secondo le proiezioni che riceve.
Se siamo fasci di rappresentazione per il mondo percettivo degli altri possiamo sempre scegliere di vederci e viverci col nostro “occhio interiore”, quello della coscienza del sé.
Nella sua commedia del 1912 George Bernard Shaw voleva evidentemente risvegliare anche la coscienza popolare, mettendola in guardia su quanto le classi superiori potessero operare manipolazione comunicativa sui meno abbienti.
Su queste tematiche, verosimilmente, l’attualità non scade mai.
Buona visione!

Pigmalione in scena il prossimo 26 aprile al Teatro della Concordia

 

*Fonte: Holmes J. (2012), La teoria dell’attaccamento, John Bowlby e la sua scuola, Raffaello Cortina Editore, Milano.