“La bellezza ci salverà” se possiamo educarci alla bellezza,
se può essere veicolata mediante un percorso strutturato e partecipato.
Questa cognizione, che lega la fruizione culturale consapevole al benessere, è frutto anche di un recentissimo studio* richiesto dalla Commissione Cultura del Parlamento europeo ed effettuato dal Dipartimento per le politiche strutturali e di coesione del PE.
Lo studio evidenzia il ruolo dei beni culturali non solo come patrimonio materiale da conservare, ma soprattutto come fattore di sviluppo del territorio e di inclusione e coesione sociale a livello di identità condivisa ed integrazione.
Quando la partecipazione diviene anche co-creazione di contenuti, come è stata l’esperienza dello storytelling digitale condotto da Serena Brenci Pallotta nel blog del Teatro della Concordia e via Twitter, e diventata oggi un libro che compendia tutti i contributi raccolti, allora il fruitore si sente al centro del processo creativo e l’arte diventa occasione per pensarsi e per comunicare ai suoi pari la propria emotività.
Il valore assoluto che la cultura può rappresentare per tutti risiede proprio in questa bilocazione cognitiva che si attiva nel processo creativo e narrativo in rapporto allo stesso bene culturale: ovvero il decentramento delle prospettive di analisi assunte dalla persona, quando lo stimolo artistico la pone in relazione con la propria interiorità e poi quando, in un tempo immediatamente successivo, questo stimolo diventa fonte di attività creata in un lavoro di gruppo partecipato.
Questo è stato il focus del lavoro condotto nei canali digitali con le 22 storie del Teatro della Concordia, attorno alle quali sono state raccolte le sensazioni degli utenti Twitter richiamati all’azione, attraverso le 28 parole chiave di ogni storia.
La mediazione narrativa è quella che più di tutte consente questa dimensione di bilocazione cognitiva del pensarsi e rivedersi come spettatore, ed applicata alla valorizzazione culturale permette di inserire l’atto del rivedersi come spettatore in un contesto gruppale e di comunità, stimolando il confronto costruttivo con gli altri, l’empatia e l’accrescimento della consapevolezza delle proprie risorse, quando il processo è ben canalizzato a tale scopo.
Come counselor professionista ad approccio gestaltico integrato Serena Brenci Pallotta ha unito le caratteristiche del processo che si sviluppa in gruppo per far emergere gli stimoli forniti dalla mediazione espressiva con le competenze digitali acquisite come consulente di marketing digitale e con l’esperienza degli ultimi 15 anni nella valorizzazione del bene del patrimonio culturale Teatro della Concordia di Monte Castello di Vibio.
Il prodotto finale è uno degli aspetti centrali di una progettualità in corso d’opera, che vede i laboratori di counseling a mediazione narrativa come lo strumento per avvicinare le persone che ne prendono parte alle proprie emozioni.
L’attività di gruppo che ha aperto questo ciclo laboratoriale ha utilizzato come materiale di analisi proprio le storie del libro “Co-creare la cultura: Storytelling sul Teatro più Piccolo del Mondo”, edito dal Cesvol Perugia Editore, riproducendo con un lavoro a coppie ed in gruppo il meccanismo di co-creazione che già nel web aveva animato gli utenti Twitter.
*Research for CULT Committee – Best practices in sustainable management and safeguarding of cultural heritage in the EU – PE 601.988 – November 2018