Il Teatro

Il Teatro della Concordia di Monte Castello di Vibio (Pg) è il più piccolo teatro all’italiana e uno dei più piccoli teatri storici in quanto è l’unica testimonianza architettonica del teatro settecentesco all’italiana di stile goldoniano in miniatura. Esso possiede infatti i tre elementi fondamentali che Goldoni reclamava per la costruzione dei teatri: palchi di legno, pianta a campana e plafone costruito con la tecnica del camorcanna. In tal senso, come lasciarono scritto le nove famiglie che lo vollero costruire, “la civiltà non si misura a metri quadri e cubatura”.

Le origini

Il teatro fu costruito all‘inizio dell’Ottocento, nel periodo dell’occupazione napoleonica, per volere di nove famiglie benestanti locali come luogo di divertimenti e riunioni (c’era anche un caffè-salotto). La sua inaugurazione è datata 1808, in un periodo di massimo splendore culturale, quasi a volersi riscattare da parte dei Montecastellesi da secoli di vicissitudini e di dominazioni subite dalla vicina Todi. Con la parola “Concordia” i fondatori desideravano richiamare alla mente gli ideali della rivoluzione francese: libertà, uguaglianza e fratellanza. Nel 1823 i proprietari del teatro fondarono l’Accademia dei soci del Teatro della Concordia, una società costituita per la gestione del teatro stesso.

"Lo costruirono piccolo a misura loro e del loro paese ma la civiltà non si misura a metri quadri e cubatura"

I dipinti

Venne poi affrescato nel 1892 dal giovane pittore Luigi Agretti, appena quattordicenne, che si trovava a villeggiare a Monte Castello proveniente da La Spezia, ma figlio di un perugino, Cesare, già autore delle decorazioni, del telone e dei fondali del Teatro della Concordia. Qui l’ Agretti figlio sprigionò le sue prime espressioni artistiche. Questo “giovine venuto dal mar Tirreno” (come recita una poesia scritta nello stesso anno 1892 dal montecastellese Pellegrini), ha lasciato impresse nei colori vivaci dei suoi dipinti le sensazioni della sua precoce vitalità, contribuendo anche lui ad indicare questo luogo, attraverso la dedica rivolta al paese: “Salve ameno colle, nostra patria”, come un oasi di tranquillità. 

Storie, Vicende e Protagonisti

Dopo questo tipo di utilizzazioni vi fu un periodo di pausa e solo nel 1919 i montecastellesi ricominciarono a calcare le scene in coincidenza con l’insediamento del nuovo arciprete, Don Oscar Marri, amante del canto e cantore egli stesso con voce da baritono il quale, fino al 1921, portò in scena diverse operette nelle quale sua cugina Dora Marri cantava con voce da soprano leggero assieme a Candida e Chiara Fabrizi. Altri spettacoli vi furono allestiti fino al 1926 anno in cui vennero ospitati uno spettacolo di marionette e delle operette. Anche truppe dell’esercito regio vi fecero un’apparizione quando, nell’agosto del 1931, i locali del Teatro furono ceduti in affitto per le esercitazioni estive. Nel 1941, durante la guerra, la Filodrammatica locale appena ricostituita mise in scena, fra l’altro, “L’eredità di zio Bonanima”, il dramma “L’amore più forte” (1943), scritto dal montecastellese Filippo Salvatelli, la commedia “La nemica” di Darlo Niccodemi e la rivista brillante dal titolo “II giro del mondo in 24 ore”, scritta da Renato Ippoliti (1944). Nello stesso periodo il teatro venne calcato, sembra, anche da chi, “non ancora celebre ma pur dotata di tutti i suoi doni vocali”, entrerà poi nella storia del melodramma, come la cantante Antonietta Stella, originaria di Todi, una fra le migliori interpreti del repertorio verdiano. Successivamente nel 1945 il Teatro della Concordia di Monte Castello di Vibio tiene a battesimo i primi passi di un’altra grande celebrità: si trovava in quel di Todi l’allora giovanissima Gina Lollobrigida. Qui a Monte Castello recitò in “Santarellina” di Scarpetta, una commedia messa in scena dal regista e direttore di scena tuderte L. Tenneroni. L’ 8 aprile 1951 si tenne a teatro “La passione di Nostro Signore” per la regia di Renato Ippoliti con notevole successo anche per l’appassionante partecipazione degli abitanti.

Dalla chiusura alla rinascita

Nel 1951 il teatro è stato chiuso per inagibilità. Nella seconda metà degli anni settanta, nel 1976, dopo un ulteriore e parziale crollo del tetto e di parte della platea, il Sindaco Vittorio Antonini effettuò un sopralluogo all’interno della struttura e si  rese conto delle gravi condizioni in cui si trovava il Teatro e decise di effettuare un intervento d’urgenza per salvare il salvabile. Le casse comunali erano però vuote all’epoca e quindi fu presa l’unica decisione in quel momento possibile: mettere mani al portafogli. Fu proprio il Sindaco Antonini a lanciare l’idea e promuovere una sottoscrizione popolare per mezzo della quale fu effettuato un intervento sul tetto al fine di proteggere e salvare ciò che era rimasto dell’edificio, degli arredi e delle decorazioni.

Prevalse fortunatamente fra i cittadini il desiderio di salvare il Teatro e fu così possibile realizzare, grazie anche al contributo operativo di alcune piccole imprese edili locali, il primo intervento di recupero che praticamente impedì l’imminente e definitiva rovina della struttura.

Nel 1981 il comune di Monte Castello di Vibio ha dato il via all’esproprio, provvedendo così all’intervento per il restauro con un finanziamento della Cee. E solo nel 1993, dopo sette anni di lavori (con la direzione degli architetti Paolo Leonelli e Mario Struzzi), è stata portata a termine l’opera di restauro che ha permesso di mantenere la stessa struttura lignea originale che sorregge i palchetti. Infatti alle prove di carico questa si è dimostrata pienamente rispondente ai requisiti richiesti. E così con il massimo rispetto agli affreschi originali si è potuto riavere un patrimonio di notevole valore architettonico.

Il Teatro oggi

Nel luglio 1993 si è costituita la Società del Teatro della Concordia con lo scopo di gestire le attività del teatro. L’obiettivo che ci si è proposti  è di farne il Teatro del week-end. Una tappa turistico-culturale obbligata per chi viene in Umbria. Monte Castello di Vibio è il paese ideale, di arcaica memoria, il paradiso perduto dove ritrovare la giusta dimensione di vita. Qui si passa una …Serata nel Teatro più piccolo del mondo…, si cena gustando i sapori della tradizionale cucina contadina umbra con pernottamento tutto compreso e l’indomani dopo la prima colazione via a visitare una località dell’Umbria, prima del ritorno alla vita stressante della città. La programmazione va dalla prosa, alla lirica, operetta, concerti di musica classica e di jazz. Il Teatro della Concordia è utilizzato anche per meeting e convegni, oltre ad essere stato già richiesto per la celebrazione di matrimoni con il rito civile
E’ anche oggetto di visita da parte di turisti, dalla riapertura del 1993 ad oggi hanno varcato la soglia oltre 150.000 visitatori, che hanno conferito il diploma di ECCELLENZA tramite il portale turistico Tripadvisor.

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